sabato 30 novembre 2013

Bentley Cocktail


Categoria : Pre Dinner

Mise en place : Dubonnet rosso, Calvados, Boston Shaker, Strainer, Doppia Coppetta Cocktail.

in mezzi
1/2 di Dubonnet rosso
1/2 di Calvados

In cl
4 cl di Dubonnet rosso
4 cl di Calvados

In once
1 oz. di Rum bianco
1 1/4 oz. di Dubonnet rosso
1 1/4 oz. di Calvados

Vecchia ricetta From "The Savoy Cocktail Book" by Harry Craddock - 1930
BENTLEY COCKTAIL
1/2 Calvados, or Apple Brandy.
1/2 Dubonnet.
Shake well and strain into cocktail glass.

Guarnizione : ///

Tecnica di procedimento : (Shake & Strain) preparato direttamente nello shaker , shekerato con ghiaccio e poi filtrato nel bicchiere.

Procedimento : raffreddare il bicchiere e il boston shaker , eliminando l’acqua prodotta in quest’ultima fase. Versare gli ingredienti , facendo attenzione che il ghiaccio sia cristallino; shekerare e filtrare con lo strainer direttamente nella coppetta cocktail.

Nel primo ricettario Iba del 1961 con la codifica :
Bentley
1/2 Calvados
1/2 Dubonnet
Si prepara nello shaker col ghiaccio cristallino.
Coppetta da Cocktail.

Storia
"La 24 Heures du Mans o le 24 ore di Le Mans" è una storica e famosa gara automobilistica che a differenza di molte altre competizioni, come ci suggerisce il suo nome si delinea in un tempo di 24 ore; "una gara terribilmente estenuante" secondo il mio parere da neofita.
Ma quello che rese interessante questa gara era il fatto di permettersi di testare e sopratutto maltrattare le autovetture; così da mettere alla prova la loro resistenza e affidabilità.

Nel 1923 inizio la prima competizione che ancora oggi viene puntualmente disputata; in cui in terra Francese per ben 4 anni consecutivi (1927 - 1930) vide la "Bentley Motors" vincere il primo posto.
Una data memorabile fu senza dubbio il 1927, quando la vettura Bentley 3 Litre Super Sport pilotata da Joseph Dudley Benjafield e Sammy Davis, tagliò per primo il traguardo de la "24 Heures du Mans".



I Bentley's Boy, gruppo di facoltosi automobilisti britannici per celebrarono la loro vittoria scelsero uno dei luoghi più prestigiosi di quei anni, il celebre Savoy Hotel di Londra.



I festeggiamenti furono in grande stile, sopratutto per i due piloti che grazie alla loro popolarità acquisita per merito delle loro gesta; furono considerati degli eroi nazionali.



Ed ecco quale fu l'evento che porto alla creazione del "Bentley Cocktail".
Un drink dalla semplice composizione che vede due prodotti di produzione Francese; come il Dubonnet e il Calvados.

Secondo alcune fonti, questo fu la probabile vicenda che portò alla celebrazione del drink.
Ma nulla di questo può essere certo, sopratutto se si pensa che la Bentley Motors fu successivamente per ben altri anni un gruppo di piloti dalle prime posizioni.
Di sicuro la loro fama portò a qualche professionista alla creazione ed alla celebrazione dei loro successi; in un drink tutto per la Bentley.
Il primo riferimento di questo mix è il ricettario di Harry Craddock, "The Savoy Cocktail Book" del 1930. 
Il manuale scritto dal grande barman di quei anni del "Savoy Hotel"; il luogo della celebrazione della vittoria del 1927.
Ed è proprio questo legame che porterà ad attribuire la creazione ad Harry Craddock.
Il barman che nel suo ricettario non ci lascerà nessuna testimonianza, nessuna reclamazione; rendendo così senza creatore certo e fondato del "Bentley Cocktail".

Timeline
1927 - From "The Advertiser", 21 June



1930 - From "The Savoy Cocktail Book" by Harry Craddock



1934 - From "The Official Mixer's Manual" by Patrick Gavin Duffy



1934 - From "What Shall We Drink?" by Magnus Bredenbek



1936 - From "The Artistry of Mixing Drinks" by Frank Meier


giovedì 21 novembre 2013

Piña Colada Cocktail


Categoria : Long Drink

Mise en place : Rum Bianco,Succo d’Ananas, Latte di Cocco, Bicchiere Gobler o Hurricane, Blender, Cannucce, Ciliegina.

In decimi
2/10 di Rum chiaro
6/10 di Succo d’ Ananas
2/10 di Latte di Cocco

In cl
3 cl di Rum Chiaro
9 cl di Succo d’ Ananas
3 cl di Latte di Cocco 

In once
1 oz. di Rum chiaro
3 oz. di Succo d’ Ananas
1 oz. di Latte di Cocco

Vecchia ricetta From “Cocktail and Wine Digest the Barmen's Bible” by Oscar Haimo - 1961
PIna Colada
2 oz. Pineapple Juice,
1 oz. Grenadine
2 oz. Rum.
Shaved ice in electric mixer.
Serve unstrained in Zombie glass with straws
Decorate with a sliver of pineapple.

Guarnizione : due cannucce e una ciliegina al maraschino

Tecnica di procedimento : (Blend) preparato direttamente nel blender , frullato con ghiaccio e versato nel bicchiere di servizio.

Procedimento : si versano gli ingredienti nel blender con ghiaccio. Frullato va servito nel apposito bicchiere con due cannucce e una ciliegina.

Nel secondo ricettario Iba del 1987 con la codifica :
Pina Colada
Blender
2/10 Coconut Milk
3/10 White Rum
5/10 Pineapple juice
Blend on high speed with crushed ice
Pour unstrained into an old-
fashioned glass
Decoration: a pineapple wedge
two cherries, Short straws

Nel terzo ricettario Iba del 1993 con la codifica :
Pina Colada
3/10 Rum bianco
2/10 Latte di cocco
5/10 Succo d'ananas
Preparare nel blende con ghiaccio tritato,
versare in un grande goblet.
Guarnire con un triangolo d'ananas e
ciliegine, servire con cannucce.

Nel quarto ricettario Iba del 2004 (categoria “Long Drink Style” con la codifica :
Pina Colada
3 cl White Rum
3 cl Coconut Cream
9 cl Pineapple juice
Dash Angostura Bitters, optional
Method : Shake or build over ice;top up with soda water
Glass : Highball or large goblet
Garnish : Wedge of pineapple & cherries; straw

Nel quinto ricettario Iba del 2011 (categoria "Contemporary Classics") con la codifica :
PINA COLADA 
Longdrink
3 cl White Rum
9 cl Pineapple juice
3 cl Coconut milk
Blend all the ingredients with ice in a electric blender, pour into a large goblet or Hurricane glass and serve with straws.
Garnish with a slice of pineapple with a cocktail cherry.

STORIA
La “Piña Colada” è un long drink che trova le sue radici in territori tropicali, dove il sole ne fa da padrona e la terra bagnata dal' oceano atlantico, regala frutti unici.
Si potrebbe parlare di un cocktail autoctono, visto l'utilizzo di ingredienti tipici delle zone; elementi fondamentali del drink.
"Rum, Cocco e Ananas"
La prima leggenda ci porta indietro nei tempi, in un periodo che vede il fenomeno della pirateria, un evento attivo nei mari delle Antille.


Il protagonista della leggenda è “Roberto Cofresi” (17 giugno 1791 - 29 marzo 1825), un giovane Pirata nato in Porto Rico a Cabo Rojo, che si è sempre sostenuto contrario allo sfruttamento dei Coloni Spagnoli delle risorse territoriali di Porto Rico, in particolare del' oro.
Meglio conosciuto come "El Pirata Cofresi" è il più famoso pirata di Porto Rico.
Si racconta di lui che fosse un Pirata generoso che tutto quello che depredasse dalle navi fosse condiviso con la popolazione povera.
Fu così considerato il “Robin Hood” di Porto Rico, tanto che nella sua città natale fu eretto un monumento in suo onore.
La leggenda narra che Roberto Cofresi offriva al proprio equipaggio una bevanda a base d'ananas, cocco e rum per aumentare il morale.
Della ricetta del suo intruglio non si ha nessuna testimonianza, questo perché si afferma che la ricetta fu persa quando il 29 Marzo del 1825 il Pirata e il suo equipaggio furono catturati e giustiziati. 

Secondo alcune fonti la “Piña Colada” è l’evoluzione di un drink di nome “Piña Fria”.


1972 - “Trader Vic’s Bartender’s Guide - Revised”
This is the original pineapple drink.
Pino Frio (with Rum)
2 ounces unsweetened pineapple juice
2 slices pineapple
1/4 onuce lemon juice
1 dash rock candy syrup
1 ounce light puerto Rican rum
Blend thoroughly in electric drink mixer with 1 scoop shaved ice.
Pour into planter's punch glass.

Ad alimentare questa ipotesi è senza dubbio la traccia scritta nel libro “Trader Vic’s Bartender’s Guide - Revised” del 1972; dove troviamo dopo la ricetta del drink in questione, quella del “Pino Frio - (with Rum)”.
Una bevanda composta da succo d'ananas, succo di limone, sciroppo di zucchero e in aggiunta alla ricetta, del rum.
Per capire l'ipotesi dell'evoluzione della "Piña Fria", bisogna leggere le varie tracce, lasciate nel tempo.
La prima testimonianza della "Piña Fria", risale al 1905 nel libro guida dell'isola di Cuba “Standard guide to Cuba” di Foster & Reynolds Co.


1905 - “Standard guide to Cuba” di Foster & Reynolds Co.
“There are many refrescos, or refreshments, made from the native fruits.
Piña fria is fresh pineapple, crushed and served in a glass with sugar and ice.”

Il testo ci racconta : "Ci sono molte bibite fresche realizzate con la frutta locale.
La Piña Fria” è una di queste, realizzata con ananas schiacciata e servita con zucchero e ghiaccio."
Si avrà una testimonianza più dettagliata sulla bevanda nel 1910 nel libro guida "In Cuba and Jamaica" di H.G. de Lisser.


1910 - “In Cuba and Jamaica” di H.G. de Lisser
“You ask for “pina fria,” and he takes a pineapple and and peels it and cuts it into large chunks and pounds it up with white sugar and ice and water, and hands the concoction to you in a huge, thick tumbler, and you find it delicious."

Ma il collegamento tra la “Piña Fria” e la “Piña Colada”, risale al 1926 nel libro guida "Terry Guide To Cuba" di T.P. Terry.


1926 - “Terry's guide to Cuba” di T. P. Terry 


Qui avremo la descrizione di una bevanda chiamata "Piña Fria Colada".
Una bevanda ottenuta da succo di mezza ananas, shekerata con ghiaccio e zucchero.
Stessa composizione della bevanda descritta nel 1905 che si differenzia in grandi linee solo per il nome.
1905 - "Piña Fria"
1926 - "Piña Fria Colada".
Nel 1922 avremo la prima testimonianza del nome "Piña Colada".
Nella rivista "Travel" troveremo indicato:


1922 - “TRAVEL magazine”
"But best of all is a piña colada, the juice of a perfectly ripe pineapple -- a delicious drink in itself -- rapidly shaken up with ice, sugar, lime and Bacardi rum in delicate proportions. What could be more luscious, more mellow and more fragrant?"

"Piña Colada", il succo di un ananas maturo…scosso con ghiaccio, zucchero,lime e rum Bacardi.
Ed ecco la "Piña Colada" ,una bevanda shakerata che non vede ancora l'utilizzo del blender e inoltre nei suoi ingrediente non vi è traccia ancora della noce di cocco o di suoi derivati.
Della presenza del cocco si avrà una testimonianza nel 1937 nel giornale "Middletown Times Herald".

1937 - "Middletown Times Herald" 
"They also sold a cocoanut[sic] and pineapple mixture called Pinacolada[sic]"

Vera e propria testimonianza della "Piña Colada" come oggi noi la conosciamo per i suoi ingredienti, risale al 1950, nel giornale "New York Time" del 16 Aprile.
Vedremo unire rum, ananas e latte di cocco.


1950, April 16 - “New York Times”
« Drinks in the West Indies range from Martinique's famous rum punch to Cuba's pina colada (rum, pineapple and coconut milk). Key West has a variety of lime swizzles and punches, and Granadians use nutmeg in their rum drinks. »

Chi si contende la paternità della versione moderna del drink sono esclusivamente tre “bartenders” .
Il 9 dicembre del 1949 a San Juan in Puerto Rico inaugurò il primo Hotel (in quei tempi) di lusso, il “Caribe Hilton Hotel” .
Il luogo della creazione è il “Beachcomber Bar”, dove uno dei primi Capi Barman fu Ramon ”Monchito” Marrero Perez.


Ramon ”Monchito” Marrero Perez


Si racconta che la direzione del Hotel commissiono a “Monchito”  di creare un nuovo drink a base di “Coco Lopez” per deliziare i nuovi palati; così il Barman sperimento per tre mesi prima di arrivare il 15 agosto 1954 alla ricetta finale.
Fu nello stesso giorno della creazione che la “Piña Colada”, servita ad un convegno del governo presso l’Hotel, riscosse un’ immediato successo.

Altro barman del “Caribe Hilton Hotel” a cui viene conferito la paternità del drink è Ricardo Gracia
Originario di Barcellona nel 1954 entro a far parte del personale del “Caribe Hilton Hotel”.

Era di consuetudine offrire ai propri clienti un drink di benvenuto chiamato “Coco-Loco”; un mix di cocco e rum servito in una noce di cocco fresco.
Un giorno iniziarono a scioperare i raccoglitori di cocco che decisero così di colpire anche l’Hotel facendoli restare senza frutto per i loro cocktails di benvenuto.
Gracia, molto intraprendente, non voleva servire la bevanda dentro dei semplici bicchieri, così sapendo che da poco l’Hotel aveva ricevuto un grosso carico di ananas, decise di scavare il frutto e servire la loro bevanda “Coco-Loco” all’interno del frutto, dando vita alla “Piña Colada”.


Altro personaggio a cui viene accredita la paternità della “Piña Colada” è Ramon Portas Mingot, barman al ristorante “La Barrachina” che nel 1963, realizzo la combinazione di rum, ananas e cocco.
Ad oggi, troviamo all’esterno del ristorante una placca di marmo con la scritta : “La Casa donde nacio en el año 1963 La Piña Colada por Don Ramon Portas Mingot”.

Un elemento fondamentale nella realizzazione del drink è senza dubbio la crema di cocco.
Si afferma che la prima “Piña Colada” sia stata realizzata con la crema di cocco della “Coco Lopez”, una bevanda del tutto Portoricana, inventata da Ramón López Irizarry.
Professore di agraria della Università di Porto Rico riuscì, grazie a dei fondi del governo, ad elaborare la propria crema di cocco che nel 1954 inizio a commercializzare personalmente.
La ricetta della “Piña Colada”  vede dei cambiamenti negli anni sia per reperibilità degli ingredienti che per lo sviluppo delle tecniche di miscelazione.
Vedremo quindi l'utilizzo di ingredienti come la Tequila in alternativa al Rum o l'utilizzo del liquore Malibu; arrivando ad inserire nella ricetta del' angostura bitter o del sale.
Altro ed importante cambiamento è senza dubbio il tipo di preparazione che vede il drink essere preparato inizialmente nello shaker per poi con l'avvento del Blender, passare ad una preparazione differente.

Ad aumentare la divulgazione della “Piña Colada” fu il brano scritto dal regista Rupert Holmes il 21 settembre 1979.
"Escape" più tardi conosciuta come "Escape (The Piña Colada Song).
Holmes dichiaro che non provò mai il cocktail prima di scrivere la canzone.

Il 17 luglio del 1978 il governatore Rafael Hernández Colón proclamò la “Piña Colada” bevanda nazionale di Porto Rico.

Interessante è trovare nel libro di Trader Vic del 1972  "Trader Vic's Bartender's Guide" la Ricetta del drink in questione senza l'utilizzo della crema di cocco, mentre troveremo la ricetta del drink "Bahia" con gli stessi ingredienti di una “Piña Colada” originale.
Si dice che Trader Vic usò il nome “Bahia” perché il nome “Piña Colada”  non suonava bene per lo stile "Tiki".


“Piña Colada”  di Ricardo Gracia from Webtender
one fresh pineapple
one green coconut
white rum
one cup crushed ice
Pour the juice of the coconut into a blender
Add a scoop of the coconut jelly (the gooey stuff between the milk and the meat)
Chop off the top of the pineapple and set aside
Hollow out the pineapple and place contents into the blender
Mix pineapple and coconut well
Add the rum
Add crushed ice and blend 5 minutes until Creamy
Pour pina colada into the hollowed out pineapple
Make a hole in the top of the pineapple for a straw, close and serve

“Piña Colada” from “Coco Lopez” website
PIÑA COLADA
Ingredients
2 ounces Coco Lopez ® Cream of Coconut
2 Ounces pineapple juice
1½ ounces Cruzan Estate ® Light Rum
1 cup of ice
Instructions
Mix in blender until smooth

“Piña Colada” prima dell' avvento del “Blender”
A cup of shaved ice
4 ounces pineapple juice
1,5 ounces white rum
2 ounces coconut cream
Combine all ingredients in a shaker. 
Shake well.
Strain the mixture into a frozen 14 ounce Collins glass.
Then shaved ice directly from the shaker.
Garnish with a chunk of fresh pineapple.


Timeline
1961 - From "Cocktail and Wine Digest the Barmen's Bible" by Oscar Haimo


1972 - From "Trader Vic's Bartender's Guide" Revised by Trader Vic


Piña Colada
2 oz golden Puerto Rican rum
3 oz unsweetened pineapple juice
Blend in electric drink mixer with 1 scoop of shaved ice for 10 to 20 seconds. Pour over ice cubes in a tall 10-ounce glass. Serve with a straw.

This is the original pineapple drink.
Pino Frio (with Rum)
2 ounces unsweetened pineapple juice
2 slices pineapple
1/4 onuce lemon juice
1 dash rock candy syrup
1 ounce light puerto Rican rum
Blend thoroughly in electric drink mixer with 1 scoop shaved ice.
Pour into planter's punch glass.


1980 - From "Cinzano Cocktail Book - The Complete Guide to Home Cocktails" by Michael Walker



1981 - From "The American Bartenders School Guide to Drinks" by Jack Tiano




mercoledì 20 novembre 2013

Alaska Cocktail


Categoria : Pre Dinner

Mise en place : Boston shaker, strainer, coppetta cocktail, gin, Chartreuse gialla.

In quarti
3/4 di Gin
1/4 di Chartreuse gialla

In cl
5,25 cl di Gin
1,75 cl di Chartreuse gialla

In once
1 3/4 oz di Gin
1/2 oz di Chartreuse gialla

Vecchia ricetta from "Straub's manual of mixed drinks.” 
by Jacques Straub - 1913
Alaska Cocktail
1 dash orange bitters.
1/3 jigger yello chartreuse.
2/3 Tom gin.
Shake.

Guarnizione : ///

Tecnica di procedimento : (Shake & Strain) si prepara nello shaker per poi essere filtrato con lo strainer nel bicchiere da cocktail.

Procedimento : mettere il ghiaccio nel bicchiere da cocktail e versare gli ingredienti nello shaker, già raffreddato precedentemente. 
Shakerare e versare il tutto nel bicchiere.

Nel primo ricettario Iba del 1961 con la codifica :
Alaska
3/4 Gin
1/4 Chartreuse gialla
Si prepara nello shaker con ghiaccio cristallino.
Coppetta da Cocktail.

Storia
Il suo nome ci porta immediatamente a pensare allo stato dell' Alaska, un territorio che conta il primato di grandezza in tutta la sua federazione.
Entrato a far parte degli Stati Uniti d'America il 3 Gennaio del 1959, il suo acquisto da parte degli Americani nel 1867 dalla Russia fu spesso messo in discussione; un territorio inabitabile ed inutile.
Il 16 Agosto 1896 tre persone, due nativi dell' Alaska e un Californiano, scoprirono causalmente dei giacimenti d'oro, innescando nel giro di pochi anni una vera e propria corsa all' oro.

L'Alaska cocktail trova la sua prima registrazione in un ricettario del 1913, nel libro di Jacques Straub "Straub's manual of mixed drinks.", in cui vede la presenza di ingredienti come l' Orange Bitters, Yellow Chartreuse e il Tom gin.
Successivamente comparirà nel ricettario di Harry Craddock "The Savoy Cocktail Book" in cui oltre alla sua codifica, ci lascia una piccola nota.

1930 - The Savoy Cocktail Book by Harry Craddock
ALASKA COCKTAIL
3/4 Dry Gin
1/4 Chartreuse gialla
Shakerare bene e filtrare nel bicchiere a cocktail.

"Per quanto ci è dato sapere, questa squisita pozione non costituisce l'alimentazione di base degli esquimesi ma fu probabilmente inventata nella South Caroline."

A differenza di altri classici, di questo cocktail non si ha nessuna traccia per quanto riguarda la sua creazione.
Unico particolare è senza dubbio la sua codifica che vede cambiamenti in tutti i sui ingredienti.
Primo è l'utilizzo del gin; base alcolica che negli anni vedrà sia Old Tom Gin che il Dry Gin.
Secondo è l'utilizzo dell' Orange bitter; in cui in alcuni ricettari non sarà presente, mentre in altri il suo contenuto sarà anche maggiore.
Terzo è la tecnica di miscelazione utilizzata per eseguire il drink, in alcuni casi verrà shakerato come nelle prime codifiche, mentre negli anni verrà miscelata con l'ausilio del mixing glass e dei suoi strumenti subordinati.
Quarto è l'utilizzo di un twist di limone; presente in alcuni ricettari sia per arricchire il cocktail, sia per decorarlo.
Quinto; sporadico è l'utilizzo del Chartreuse verde da quello giallo, due prodotti che si differenziano sia per il grado alcolico che per gusto.

David A. Embury nel suo ricettario "The Fine Art Of Mixing Drinks" suggerisce che per migliorare notevolmente il drink bisognerebbe diminuire lo Chartreuse e aggiungere 1 o 2 parti di Dry Sherry.

1994 - Michael Jackson's cocktail book by Michael Jackson
Alaska
2 oz (or even more) London Dry gin,
1/2 oz (or even less) green Chartreuse,
1/2 oz dry sherry (optional),
1 twist lemon peel
Stir thoroughly with ice cubes and strain into a cocktail glass.
Decorate with the lemon peel.

Con alcune ricerche ho potuto constatare che già nel 1905 dell’ Alaska Cocktail se ne parlava.

From “The Guthrie daily leader” - October 1905

FASHIONS IN MIXED DRINKS.
The Facetious Barkeep Explains the 
"Automobile Cocktail."
"Anything new in cocktails?" said a man to a barkeeper yesterday.
"Yes", replied the drink mixer, "there is, it's the automobile."
"What's that?"
"A glass of gasoline with a monkey wrench in it," said a barkeeper.
"That reminds ma," said the hotel clerk, who was at the bar to speed a departing guest, "that early this summer a man from Nome asked the bell hop to send him an Alaska cocktail. 
The man was quite serious and we took no end of trouble trying to find out what he meant. 
At last we sent the boy back to get fuller particulars.
The man laughed at him.
"I had clean forgotten where i was,'
he explained, but up North we call a jug of ice water an Alaska cocktail.
He got it."

1934 - Burke's Complete Cocktail and Tastybite Recipe 


Timeline
1913 - From "Straub's manual of mixed drinks." by Jacques Straub


1930 - From "The Savoy Cocktail Book" by Harry Craddock


1944 - From "The Standard Cocktail Guide" by Crosby Gaige


1958 - From "The Fine Art Of Mixing Drinks" by David A. Embury


1962 - From "The Abc Of Cocktails" by Peter Pauper Press


giovedì 14 novembre 2013

Long Island Iced Tea


Categoria : Long Drink

Mise en place : Bicchiere Highball, Ghiaccio, Spirale di limone, Tequila, Vodka, Rum bianco, Triple Sec, Gin, Succo di Limone, Sciroppo di zucchero e Cola

In grammi
15 gr. di Tequila
15 g. di Vodka
15 g. di Gin
15 g. di Rum
15 g. di Cointreau
3 g. di Sciroppo di zucchero 
25 g. di Succo di limone 
1 Dash di Cola

In cl
1.5 cl di Tequila
1.5 cl di Vodka
1.5 cl di Rum Bianco
1.5 cl di Triple sec
1.5 cl di Gin
2.5 cl di Succo di Limone
3 cl di Sciroppo di Zucchero
1 dash of Cola

In once
1/2 oz. di Tequila
1/2 oz. di Vodka
1/2 oz. di Gin
1/2 oz. di Rum
1/2 oz. di Cointreau
1 oz. di Sciroppo di zucchero 
3/4 oz. di Succo di limone 
1 dash di Cola

Vecchia ricetta by Robert Butt - Nicknamed "Rosebud"
2 cups ice cubes
1 part vodka
1 part gin
1 part white rum
1 part white tequila
1/2 part triple sec
1/2 part sour mix
1 splash Coke
Lemon wedges for garnish

Guarnizione : Spirale di limone

Tecnica di procedimento : (Build ove Ice) si prepara direttamente nel bicchiere.

Procedimento : raffreddare il bicchiere eliminando l’acqua prodotta in quest’ultima fase. Versare gli ingredienti , facendo attenzione che il ghiaccio sia cristallino e decorare.

Nel 4° ricettario Iba del 2004 (categoria "The Most Popular") con la codifica :
Long Island Iced Tea
1.5 cl Vodka
1.5 cl White Rum
1.5 cl Cointreau
1.5 cl Gin
2.5 cl Lemon juice
3.0 cl Gomme Syrup Dash of Cola
Method : Build over ice Glass : 
Highball Garnish : Lemon spiral

Nel quinto ricettario Iba del 2011 (categoria "Contemporary Classics") con la codifica :
LONG ISLAND ICED TEA 
Longdrink
1.5 cl Tequila
1.5 cl Vodka
1.5 cl White Rum
1.5 cl Triple sec
1.5 cl Gin
2.5 cl Lemon juice, fresh
3.0 cl Gomme syrup
1 dash of Cola
Add all ingredients into highball glass filled with ice.
Stir gently. Garnish with lemon spiral. Serve with straw.


1982 - October - Cincinnati Magazine


STORIA
Come tanti altri drinks anche il “Long Island Iced Tea” vanta di svariate leggende sulla sua creazione.
Ad oggi viene designato come unico ideatore Robert C. Butt, soprannominato “Rosebud” che barista presso il famigerato Oak Beach Inn, in Long Island nella città di Babilonia; nel 1972 creò il celebre drink in occasione di un Cocktail Contest in cui vedeva come ingrediente principale il Triple Sec.
Immediatamente divenne il cocktail della casa per poi essere presente in ogni bar dell' isola di Long Island e successivamente dal 1980, in tutto il mondo.
Altre leggende sosterebbero che la creazione del drink risalirebbe ad altre date e in altri luoghi.

Negli anni ’50 fu creato per mano di alcune casalinghe del luogo (Long Island) che usavano miscelare ogni tipo di alcolici che trovavano nelle proprie abitazioni, aggiungendo succo di limone e cola cercando di fare assomigliare il drink a un tè freddo per così camuffare dai propri mariti il drink alcolico.

Altri sosterebbero che sia stato creato nel periodo del proibizionismo, quando ci si cercava di mascherare le bevande alcoliche.
Una pratica comune in quei tempi, quindi probabile periodo di creazione; ma difficile, si sostiene reperire una vasta gamma di alcolici.

Un altra fonte (vedi J.S. Moore nel suo libro “Understanding Apples”) affermerebbe che sia stato creato intorno al 1920 in una comunità di nome Long Island a Kingsport in Tenesse, per mano di un certo "Old Man Bishop".
Passata la ricetta a suo figlio “Ransom”; nel 1940 fu perfezionata.
Long Island Ice Tea Recipe a la Ransom Bishop 
One fresh Lemon half
One fresh Lime half
Squeeze both into a pint glass
Add:
1⁄2 oz. Rum
1 oz. Vodka
1 oz. Whiskey
1⁄2 oz. Gin
1⁄2 oz. Tequila
1⁄2 oz. Maple Syrup
Mix Thoroughly Then pour in 4 to 5 oz. Soda Water (Coca-Cola, Pepsi, or RC Cola) without stirring.

Altra fonte il “Long Island Iced Tea” fu creato presso la catena di ristoranti “T.G.I. Friday’s” .
Ma purtroppo non ci sono testimonianze che accerterebbero la paternità.

- Texas Iced Tea: aggiungere alla ricetta classica la tequila
- Japan Iced Tea: sostituire la coca cola alla spite e il triple sec al midori
- Beverly Hills Iced Tea: sostituire la coca cola con lo spumante ed in alcuni ricettari viene proposto con anche l’aggiunta di succo di cranberry
- Miami Iced Tea (chiamato anche Adios Motherfucker (A.M.F.) o Code Blue oppure come “Blue (Mother) Fucker”: sostituire la coca cola con la sprite e il triple sec con il blue Curaçao
- Peach Iced Tea: sostituire il triple sec con liquore alla pesca
- Long beach Iced Tea: sostituire la coca cola con il succo di cranberry
- London Iced Tea: sostituire la coca cola con una birra bionda
- Tokio Tea: sostituire la coca cola con 3 cl di midori
- California Iced Tea: sostituire la coca cola con il
succo d’arancia (in alcuni ricettari è simile Long
Beach Iced Tea)
Questi sono alcune delle varianti del Long Island Iced Tea.
Cambiando un singolo ingrediente possiamo creare il nostro drink.

Un interessante curiosità ci porta indietro nei tempi; più precisamente nel 1936.
"Burke's Complete Cocktail & Drinking Recipes" è il ricettario pubblicato da Harman Burney Burke; autore che non si hanno molte informazioni sul suo operato da professionista.
Ma se si pensa che il Long Island Iced Tea fosse l'unico drinks con 5 ingredienti, tra distillati e liquori; all'interno del ricettario del 1936 possiamo trovare un suo predecessore, il "Statesman's Treat".



Timeline
1978 - From "Texas Monthly" - mag 1978


1985 - From "Cincinnati Magazine" - ott 1985


1989 - From "Toledo Blade" - Oct 1989



mercoledì 6 novembre 2013

Orange Blossom Cocktail


Categoria : A tutte le ore

Mise en place : Gin, Succo d'arancia, Boston Shaker, Strainer, Doppia Coppetta Cocktail.

In decimi
5/10 di Dry Gin
5/10 di Succo d'arancia

In cl
3,5 cl di Dry Gin
3,5 cl di Succo d'arancia

In once
1 1/4 oz. di Dry Gin
1 1/4 oz. di Succo d'arancia

Vecchia ricetta From 1906 "Louis' Mixed Drinks" by Louis Muckensturm
ORANGE BLOSSOM
Take one-half a cocktail-glass of dry gin,
One-half a cocktail-glass of Italian Vermouth, and 
One teaspoonful of orange juice.
Fill the mixing-glass with ice; stir well and strain into a 
bar-glass, adding a little orange peel.

Guarnizione : ///

Tecnica di procedimento : (Shake & Strain) preparato direttamente nello shaker , shekerato con ghiaccio e poi filtrato nel bicchiere.

Procedimento : raffreddare il bicchiere e il boston shaker , eliminando l’acqua prodotta in quest’ultima fase. Versare gli ingredienti , facendo attenzione che il ghiaccio sia cristallino; shekerare e filtrare con lo strainer direttamente nella coppetta cocktail.

Nel primo ricettario Iba del 1961 con la codifica :
Orange Blossom
1/2 Dry Gin
1/2 succo d'arancia
Si prepara nello shaker.
Bicchiere doppia coppetta da Cocktail o da vino.

Storia
In passato non fu molto apprezzato, forse per la difficoltà di miscelazione dei due ingredienti o forse per l'incapacità di miscelarli bene da parte di alcuni personaggi.
Un "mia" risposta affrettata, poco soddisfacente e poco esauriente.
Ma comunque alcune vicende passate, legate all' Orange Blossom, hanno portato a quest'ultimo delle considerazioni negative portate per anni.
Considerazioni date da alcuni importanti personaggi come Frank Shay e Bernard De Voto.

Nella rivista Esquire nel dicembre del 1934, Frank Shay stipula una classifica dei 10 peggiori cocktails dell'anno; tra questi l'Orange Blossom.
Mentre Bernard De voto nel suo libro "Hour" parla contrariamente su tutti i drinks con la presenza dei succhi di frutta; il problema non sono i distillati ma i succhi di frutta.
Così affrontando l'argomento citerà l'Orange Blossom.

A rendere ancor di più vita difficile fu un episodio tra due grandi figure della politica internazionale.
Era il periodo della Seconda Guerra Mondiale quando il Presidente degli Stati Uniti d'America, Roosevelt (Franklin Delano Roosevelt) incontro a Washington, Winston Churchill, primo ministro della Gran Bretagna.

Dal testo del 1951 "The Bartender's Book" di Jack Townsend e Tom Moore McBride

"Back during darkest days of the war, Winston Churchill was in Washington conferring with President Roosevelt.
FDR liked to make a ceremony of mixing cocktail before dinner, and on this occasion mixed Orange Blossoms.
He handed one to Churchill, who took a sip, made a face, then tossed it off at a gulp.
When Roosevelt offered him a second, he refused.
History was made that day.
It was the only time on record that Churchill refused a second drink.
Churchill's reaction to the Orange Blossom has been shared by many.
Yet it was a popular drink before that First World War and regained its popularity during Prohibition when the orange served to mask the counterfeit gin."

Nonostante l'Orange Blossom conobbe dei periodi di pessima nomea, secondo alcune fonti fu un drink che ebbe un periodo di splendore, sopratutto durante il Proibizionismo.
Cosa che non è molto difficile pensare il perché un drink del genere fosse maggiormente consumato in quel tempo in America.

1955 - From "Authentic and hilarious bar guide" by Ted Shane


Per alcuni L'Orange Blossom è un drink generato dall' eveluzione del Bronx ; altro cocktail con presenza del succo d'arancia.
Per altri è un drink che fu concepito al Old Waldorf Hotel in onore di un poeta Irlandese.

1934 - From "Irvin S. Cobb's Own Recipe Book" by Mr. Cobb


Mentre per Albert Stevens Crockett questo drink fu probabilmente creato per mano di un giovane Bartender. 

1934 - From "The Old Waldorf-Astoria Bar Book" by Albert Stevens Crockett


In questo ricettario troviamo le due delle più importanti interpretazioni di questo drink.

Ma ritornando alle sue origini il Drink compare precedentemente nel ricettario di Louis Muckensturm "Louis' Mixed Drinks" del 1906, prima traccia del Cocktail.

ORANGE BLOSSOM
Take one-half a cocktail-glass of dry gin,
One-half a cocktail-glass of Italian Vermouth, and 
One teaspoonful of orange juice.
Fill the mixing-glass with ice; stir well and strain into a 
bar-glass, adding a little orange peel.

Per poi trovare nelle ultime pagine del libro di William T. "Cocktail Bill" Boothby "The World's Drinks And How To Mix Them" del 1908 nel capitolo di presentazione dei nuovi seducenti cocktails "Some new up to now seductive american cocktails", il drink in questione.

ORANGE BLOSSOM COCKTAIL.
Half orange juice and half Coates Plymouth gin; frappé.


A mettere in discussione quest'ultime tracce è senza dubbio un ultima ristampa, datata 2009 del libro (sempre) di William T. "Cocktail Bill" Boothby.
Ristampa del primo libro datato 1891 "Cocktail Boothby's American bartender".
In questa ristampa troveremo delle ricette scritte a mano; ricette trovate in una rara edizione dell'autore del 1900.
Ma nulla ci confermerebbe la datazione di quest'ultime ricette come anche i nomi che compaiono.





Ma come è possibile notare e vedere, compaiono nomi e luoghi; indizi per un probabile creatore.

Altro interessante dubbio è la traccia che compare nel ricettario del 1925 - "The Cocktail book - a Sideboard Manual for Gentlemen" del editore The St. Botolph Society, L. C. Page & Company.

Un ricettario questo che dal 1900 fu stampato nuovamente nel 1913 e successivamente nel 1926 con nuove ristampe negli anni a venire.
E se fosse il ricettario del 1900 la prima traccia?...purtroppo non avendo un il primo libro posso solo supporre e rimanere con il dubbio di quale sarà la prima traccia dell' Orange Blossom.

Timeline
1911 - From "The San Francisco call." 8 Gennaio 1911


1914 - From "Waldorf Astoria"
Menu


1913 - From "Straub's manual of mixed drinks." by Jacques Straub



1922 - From "Cocktails- How to Mix Them" by Robert Vermeire 


1930 - From "Cocktail Bill" Boothby's World Drinks and How to Prepare Them by William "Cocktail" Boothby
ORANGE BLOSSOM 
Gin 1/2 Jigger
Orange 1/2 Jigger
Nutmeg to taste
Shake well with ice, strain into chilled cocktail glass, grate nutmeg over and serve.

ORANGE BLOSSOM, N°.2
Gin 2/3 Jigger
Orange 1/3 Jigger
Orange bitter 1 dash
Grenadine 1 dash
Shake well with ice, strain into chilled cocktail glass and serve.

ORANGE BLOSSOM, SILVER
Gin 1/2 Jigger
Egg 1/2 of white
Orange juice 1/2 Jigger
Nutmeg to taste
Shake well with ice, strain into chilled cocktail glass, grate nutmeg over and serve.

1934 - From "Charles of Delmonicos Punches and Cocktail"by Charles Of Delmonicos


1936 - From "Bar La Florida" by Constante Ribaligua Vert


1948/58 - From "The Fine Art Of Mixing Drinks" by David A. Embury


1951 - From "Hour" by De Voto, Bernard Augustine